Cosa succede se prendo solo un giorno di malattia?
Una recentissima sentenza della Corte di Cassazione (n. 17898 del 22 agosto 2007) ha stabilito che le assenze per malattia anche della durata di un solo giorno devono essere giustificate dal certificato medico, se il datore di lavoro lo richiede.
Cosa succede se prendo un giorno di malattia?
Come già detto, i primi 3 giorni di solito sono a totale carico dell'azienda, mentre per il periodo successivo, in linea di massima, si prendono in considerazione i seguenti parametri: Primi 20 giorni di malattia (successivi al terzo) = 50% della retribuzione media giornaliera.
Qual è il minimo di giorni per la malattia?
Agli operai del settore industria e agli operai e impiegati del settore terziario e servizi con contratto a tempo determinato l'indennità di malattia spetta per un numero massimo di giorni, pari a quelli lavorati nei 12 mesi precedenti l'inizio della malattia, da un minimo di 30 giorni a un massimo di 180 giorni nell' ...
Quanto si perde con un giorno di malattia?
50% della retribuzione media globale giornaliera percepita dal lavoratore nel periodo mensile scaduto e immediatamente precedente l'inizio della malattia, per i primi 20 giorni; 66,66% ( 2/3) della retribuzione media giornaliera di cui sopra, dal 21° giorno.
Come si prende un giorno di malattia?
Una volta avvisato il datore di lavoro, il dipendente dovrà contattare il proprio medico di base per ottenere il certificato medico. Quest'ultimo effettuerà una visita, redigerà il certificato di malattia e lo trasmetterà all'INPS in modalità telematica entro il giorno successivo alla visita stessa.
Come funziona la malattia? Quanto si viene pagati e cosa deve fare un lavoratore?
Quando non viene pagata la malattia?
Superati i 180 giorni, gli eventuali ulteriori periodi di malattia non vengono pagati dall'Inps. L'unica possibilità di ricevere una retribuzione è data dal Ccnl di categoria, nel quale può essere previsto un intervento da parte del datore di lavoro.
Come farsi togliere un giorno di malattia?
Pertanto, qualora il lavoratore abbia un decorso della malattia più breve e il suo stato di salute permetta di rientrare in anticipo al lavoro rispetto all'originario certificato di malattia, dovrà recarsi dal proprio medico curante e chiedere la rettifica del certificato medico.
Cosa succede se mi ammalo il primo giorno di lavoro?
Il lavoratore ammalato ha diritto alla conservazione del posto di lavoro e al trattamento economico adeguato per i periodi stabiliti dalla legge e dai contratti collettivi di lavoro. Per usufruire di questi benefici, il lavoratore deve presentare appositi certificati medici e sottoporsi a controlli medici.
Quanto è pagata la malattia il primo giorno?
Nel contratto collettivo del commercio, la malattia è generalmente pagata al 100% nei primi tre giorni, detti “di carenza” perché a carico del datore di lavoro.
Come dire al datore di lavoro che sto male?
Generalmente è possibile notificare l'assenza per mezzo di una telefonata o di un messaggio di posta elettronica o per fax, inviando poi una comunicazione con il numero di PUC. La notifica può avvenire anche tramite interposta persona.
Quante malattie si possono fare in un anno?
In linea generale, la legge vigente stabilisce un massimo di 180 giorni di malattia retribuiti nell'arco di un anno. Però, sempre a favore del lavoratore, il contratto collettivo nazionale di lavoro (CCNL) o le disposizioni aziendali possono prevedere una diversa durata massima della malattia.
Da quando scatta la visita fiscale?
La legge 15 luglio 2011 n. 111 ha stabilito che la verifica può essere fatta già dal primo giorno di malattia.
Cosa dire al medico per non andare a lavoro?
Mal di testa, sciatalgia, dolori, crisi di panico: si tratta di patologie difficilmente accertabili in modo oggettivo, sia dal medico curante che emette il certificato di malattia, che dal medico dell'Inps che effettua la visita fiscale. Proprio per questo, sono spesso utilizzate come scuse per non andare al lavoro.
Cosa succede se non si comunica la malattia al datore di lavoro?
La sentenza n. 26465/2017 della Corte di Cassazione ha sancito che il lavoratore che risulta essere assente per malattia deve comunicare al proprio datore di lavoro le motivazioni che giustificano tale assenza, poiché trattasi di obbligo previsto dal CCNL, la cui inosservanza può comportare il licenziamento.
Cosa succede se interrompo la malattia?
Rientro anticipato dalla malattia e Inps: se il lavoratore guarisce prima del previsto, per rientrare in ufficio deve farsi rilasciare un certificato di rettifica dal proprio medico curante. In caso contrario, rischia pesanti sanzioni da parte dell'Istituto.
Chi è che manda la visita fiscale?
La visita fiscale viene richiesta dal datore di lavoro, sia esso pubblico che privato, quindi dalla azienda stessa, al fine di verificare lo stato di salute del lavoratore in caso di assenza per motivi di malattia. La prassi prevede che la richiesta possa essere effettuata tramite il portale INPS in modo telematico.
Cosa vuol dire malattia trattenuta assenza?
Tradotto, significa, che il dipendente pubblico, in caso di assenza per malattia, vedrà decurtata di una piccola cifra la propria retribuzione mensile. Naturalmente quest'ultima sarà direttamente proporzionale al numero dei giorni di mancato lavoro. Più giorni di assenza, maggiore la trattenuta retributiva.
Quanta malattia si può fare a lavoro?
La normativa vigente prevede un massimo di 180 giorni di malattia retribuiti entro un arco temporale di 12 mesi.
Cosa succede se il medico di controllo non ti trova a casa?
Cosa rischio se non sono presente alla visita fiscale Inps? Come abbiamo detto l'assenza alla visita fiscale è un illecito disciplinare che consente all'azienda una sanzione. Sanzione che, nel caso di comportamento reiterato e non giustificato, può arrivare al licenziamento.
Come fare per evitare la visita fiscale?
Il codice di esclusione “E” è una sigla che il medico può applicare sul certificato medico per indicare l'esclusione del paziente dalla visita fiscale dell'INPS. Questo codice viene utilizzato quando il medico ritiene che il paziente non sia in grado di affrontare una visita fiscale per motivi di salute.
Quando si è a casa in malattia si può uscire?
Ma rimane salvo il principio che il lavoratore malato non deve chiudersi a casa, perché può uscire, negli orari al di fuori delle visite mediche, purché non peggiori il suo stato di salute.
Quanti giorni di malattia per il mal di schiena?
In linea generale, considerando che un normale mal di schiena si risolve nell'arco di 4-5 giorni, se l'episodio di lombalgia si ripetute con frequenza nell'arco di un mese, anche due o tre volte, è necessario sottoporsi a visita medica con fisiatra, ortopedico o neurochirurgo, a seconda dell'indirizzamento del medico ...