Perché si mangia il panettone di Natale il giorno di San Biagio?

Come protezione contro mal di gola e raffreddori (in milanese si dice che "San Bias el benediss la gola e el nas") si usa mangiare proprio il 3 febbraio il panettone del Natale precedente, possibilmente raffermo e conservato proprio per questo motivo.

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Perché il 3 febbraio si mangia il panettone avanzato?

Il miracolo era accaduto il giorno di San Biagio. Da allora si usa consumare un panettone di San Biagio proprio il 3 febbraio. San Biagio di Sebaste, vescovo armeno martirizzato per la sua fede, visse tra il III e il IV secolo. È il santo protettore degli otorini e dai malanni della gola.

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Qual è la tradizione di San Biagio?

La mattina di San Biagio (3 febbraio) è tradizione mangiare un pezzetto di panettone benedetto avanzato da Natale, per tenere lontano i malanni e proteggersi dal mal di gola. Per scoprire l'origine di questa usanza bisogna guardare indietro e tornare al passato dal sapore contadino che caratterizza la Brianza e Milano.

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Quando si mangia il panettone per la gola?

Il 3 febbraio il dolce viene portato dai fedeli in chiesa e, solitamente durante la prima messa della mattina, il prete benedice il panettone rimasto. Finita la messa, si mangia il panettone in famiglia per benedire la gola e il naso.

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Perché si mangia il panettone a Natale?

Una cosa è certa: l'origine del panettone affonda le sue radici in epoca medievale e la consuetudine di preparare pani arricchiti da frutta, semi e spezie. A Natale era diffuso il “rito del ciocco” un'usanza dove il capofamiglia serviva grandi pani di frumento di fronte al grande ceppo di Natale che ardeva nel camino.

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San Biagio - Il protettore della gola

Cosa simboleggia il panettone?

Il panettone simboleggia la ricchezza e l'abbondanza, per questo è associato al Natale fin dal Medioevo. La ricetta attuale è però nata solo a inizio Novecento.

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Quale panettone si mangia a San Biagio?

«San Biàs el benedis la gola e èl nas», San Biagio benedice la gola e il naso. In Lombardia la tradizione vuole che la mattina del 3 febbraio si mangi a colazione una fetta di panettone avanzato dal Natale. Va bene anche se è leggermente raffermo, basta che sia stato benedetto.

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Cosa si fa il giorno di San Biagio?

È San Biagio il protettore della salute, in particolare della gola, ma in Lombardia è famoso soprattutto perché nel giorno di festa, il 3 febbraio, si fa colazione con il panettone avanzato da Natale.

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Cosa si benedice il giorno di San Biagio?

Per questo in tante località della Lombardia è ancora viva nelle case la tradizione di conservare una fetta di panettone di Natale per consumarla il giorno di San Biagio: «San Bias el benediss la gola e el nas», si dice in dialetto, «San Biagio benedice la gola e il naso».

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Che protettore e San Biagio?

Si racconta pure del suo amore per gli animali, che anche loro per le sue mani erano curati e guariti. Per questo è venerato come patrono dei veterinari.

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Come è stato martirizzato San Biagio?

San Biagio muore martire tre anni dopo la concessione della libertà di culto nell'Impero Romano (313), morendo decapitato.

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Qual è il significato del nome Biagio?

Origine e diffusione

Per la precisione, il vocabolo latino è un prestito dal greco βλαισός (blaisós), il cui significato originario è "valgo", "con le gambe storte"; il cambio di senso è dovuto forse a un'idea di "lingua blesa" ("lingua storta", "che s'inceppa").

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Come si mangia il panettone secondo il galateo?

Se il pandoro va servito già tagliato a fette a forma di stella, il panettone, invece, dev'essere portato in tavola rigorosamente intero e affettato davanti agli invitati.

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In che anno è nato il panettone?

Quella che si può iniziare a definire una ricetta del panettone risale al 1549. Cristoforo di Messisbugo, un cuoco di Ferrara, elenca gli ingredienti di un dolce delle zone milanesi -farina, burro, zucchero, uova, latte e acqua di rose- aggiungendo che deve ben lievitare e avere forma tonda.

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Perché si mangia il panettone a ferragosto?

Il panettone di Ferragosto è il segnale dell'affievolirsi di una certa rigidità culturale legata a una tradizione festiva dal carattere in gran parte religioso.

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Perché il 2 febbraio si chiama Candelora?

Il nome Candelora, invece, deriva dall'usanza di benedire le candele, che sono considerate un simbolo di Gesù perché, quando fu portato al tempio di Gerusalemme, fu salutato dal sacerdote Simeone con l'appellativo di “luce che illumina le genti”.

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Che santo è il 3 di febbraio?

San Biagio, vescovo e martire, che in quanto cristiano subì a Sivas nell'antica Armenia il martirio sotto l'imperatore Licinio.

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Che santo c'è il 3 febbraio?

Per questo è venerato come patrono dei veterinari. Il culto di san Biagio si è diffuso particolarmente in Armenia, ma la fama di questo santo ha raggiunto anche l'occidente, entrando nella tradizione e nella pietà popolare. Il suo martirio avvenne nel 320 durante la persecuzione di Diocleziano.

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Che santo è il 4 di febbraio?

Domenica 4 febbraio è il 35º giorno del calendario gregoriano. Mancano 330 giorni alla fine dell'anno (331 negli anni bisestili). Santo del giorno: Sant'Aventino di Chartres, vescovo.

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Quando si fa la benedizione della gola?

Nel giorno di san Biagio si benedicono pani e dolci che i fedeli portano in chiesa per poi riportarli sulle loro tavole. Inoltre, con le candele benedette il giorno prima (festa della candelora) si benedice la gola dei singoli fedeli.

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Perché si fa la croce sul panettone?

La croce che viene fatta sul panettone garantisce una lievitazione corretta e rappresenta, simbolicamente, la benedizione del dolce.

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Quando si benedice il panettone?

Il 3 febbraio (festa di San Biagio), il dolce viene portato dai fedeli in chiesa e, durante la prima messa della giornata, il prete benedice il panettone rimasto dalle feste natalizie. Finita la messa, si mangia il dolce per benedire la gola e il naso.

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Come offrire il panettone?

Abbinare e accompagnare

Scelto il vino, rimane da decidere se gustare il panettone da solo o se accompagnarlo a una crema. «Io lo apprezzo così com'è – puntualizza Vezzoli – preferisco assaggiarlo “nudo e crudo”. Però se si desidera lo si può servire con una crema, purché non sia prevaricante».

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Chi ha inventato il panettone di Natale?

Il panettone come lo conosciamo oggi (alto, soffice, guarnito di canditi e uva sultanina) nasce nel 1919 dalla mente di Angelo Motta, detentore dell'omonima azienda.

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