Perché il rigassificatore a Piombino?

Il rigassificatore di Piombino, in sostanza una nave ormeggiata nel porto, è stato comprato lo scorso anno e messo in funzione in tempi più rapidi rispetto al solito per ridurre la dipendenza dell'Italia dal gas russo.

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Perché il rigassificatore viene spostato da Piombino?

La decisione di posizionare un rigassificatore all'interno del porto di Piombino non garantisce la sicurezza dell'impianto né la salute dei cittadini per questo motivo si è scelto Vado Ligure. Senza contare che se verrà posizionato a soli 4 chilometri dalle nostre coste questo rimarrà per 17 anni”.

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A cosa serve il rigassificatore a Piombino?

Dall'inizio dell'invasione in Ucraina il governo italiano ha iniziato un processo di diversificazione, cioè a comprare più gas da altri fornitori. I rigassificatori sono importanti per questa strategia perché consentono di comprare gas da paesi non collegati da gasdotti, come gli Stati Uniti o il Qatar.

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Che fine ha fatto il rigassificatore di Piombino?

"Grazie agli interventi di medio termine messi in campo per rafforzare il sistema infrastrutturale nazionale, abbiamo raggiunto degli eccellenti risultati sul rigassificatore di Piombino la cui capacità di rigassificazione è stata venduta al 100% per l'anno in corso, al 95% per i prossimi due anni e all'86% per i ...

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Perché non si vuole il rigassificatore?

Secondo gli analisti la costruzione di nuovi gasdotti e rigassificatori implica costi di lungo termine e tempi di realizzazione considerevoli e «rischia di essere sbagliata rispetto a una crisi acuta che potrebbe risolversi in una bolla o comunque normalizzarsi in tempi più brevi rispetto a quelli di realizzazione».

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Perché il rigassificatore a Piombino è una follia

Perché i rigassificatori inquinano?

La principale preoccupazione in merito ai rigassificatori è relativa all'inquinamento. Gli impianti rilasciano in mare grandi quantità di acqua marina raffreddata, arricchita di ipoclorito di sodio, che è un disinfettante dagli effetti ambientali da valutare attentamente.

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Quanto inquina il rigassificatore?

Dunque, ogni giorno verrebbero scaricati in mare 86,4 kilogrammi di candeggina. Per un totale annuo di 31,5 tonnellate, il cui impatto è valutato superficialmente dal proponente che fa affidamento alla capacità di diluizione marina (in un porto?).

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Cosa scarica in mare un rigassificatore?

La struttura costituisce così una vera e propria isoletta artificiale a cui le navi metaniere possono attraccare e scaricare il gas.

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Quali sono i rischi di un rigassificatore?

Per quanto riguarda i pericoli legati al rilascio di sostanza il GNL (sostanzialmente metano) è associato al pericolo di infiammabilità propri del metano, infiammabile in concentrazione tra il 5% e il 15% circa in aria.

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Cosa succede se scoppia un rigassificatore?

Se nelle vicinanze della costa, per un incidente, dovesse spezzarsi e rovesciare in mare il gas liquefatto, potrebbe cominciare una sequenza di eventi catastrofici. Il gas freddissimo, a contatto con l'acqua di mare, molto più calda, inizierebbe a ribollire, a evaporare e formare una pericolosa nube.

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Quando entrerà in funzione il rigassificatore di Piombino?

Una dichiarazione, riportata da Rai News, e rilasciata proprio durante l'inaugurazione delle operazioni del rigassificatore, avvenuta il 5 maggio 2023. L'impianto della società di infrastrutture energetiche Snam avrà una capacità complessiva di trattamento pari a 5 miliardi di metri cubi di gas all'anno.

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Quanti rigassificatori servono in Italia?

I rigassificatori attualmente attivi in Italia sono tre: uno a terra a Panigaglia (La Spezia) e due in mare, a Livorno e a Porto Viro (Rovigo); quello di Livorno è una FSRU, mentre quello di Porto Viro è un'isola artificiale.

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Quanto costa il rigassificatore di Piombino?

Da Singapore a Piombino

Il rigassificatore, acquistato da Snam per 350 milioni di dollari, è salpato da Singapore ed è stato accompagnato da quattro rimorchiatori. La nave è stata costruita nel 2015 e batte bandiera delle isole Marshall.

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Perché i rigassificatori sono in mare?

Durante il processo di rigassificazione l'acqua di mare tende a raffreddarsi sempre di più. Per evitare che ciò accada questa viene continuamente fatta ricircolare e reimmessa in mare – non prima però di essere sottoposta a numerosi controlli. Ma di che controlli parliamo?

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Cosa vuol dire rigassificatore?

Un rigassificatore è un impianto che permette di riportare un fluido, che normalmente in natura si presenta sotto forma di gas, dallo stato fisico liquido nuovamente a quello aeriforme.

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Quanto gas produce un rigassificatore?

In Italia ci sono tre rigassificatori, due in mare e uno sulla terraferma. Il più grande è il Terminale Gnl Adriatico ed è un impianto offshore: un'isola artificiale che si trova in mare al largo di Porto Viro, in provincia di Rovigo, e ha una capacità di produzione annuale di 8 miliardi di metri cubi di gas.

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Quanto tempo ci vuole per costruire un rigassificatore?

Per un rigassificatore, in Italia, ci vogliono 18 anni.

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Quanti rigassificatori ci sono in tutto il mondo?

Nel mondo esistono 186 rigassificatori operativi – di cui 37 in Giappone, il paese a maggior rischio sismico – e 14 in fase di avviamento o realizzazione – in Europa, in Asia e Africa.

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Dove si trovano i rigassificatori in Italia?

IN ITALIA fino al 2023 c'erano tre rigassificatori, al largo di Livorno (Olt), al largo di Rovigo e nel porto di Panigaglia. A marzo 2023 si è aggiunto il rigassificatore Golar Tundra nel porto di Piombino, nonostante l'opposizione di tutta la città, sindaco compreso.

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Come si liquefa il gas naturale?

Si ottiene a partire dal gas naturale estratto dai giacimenti nel sottosuolo; viene poi sottoposto ad un passaggio di stato, da gassoso a liquido. La temperatura necessaria per la liquefazione raggiunge i -162°C (a pressione atmosferica).

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Come si trasforma il gas da liquido a gassoso?

La rigassificazione è un'operazione relativamente semplice, che consiste nel riscaldare il GNL fino al punto in cui ritorna allo stato gassoso. L'elemento chiave di questa fase è il terminale di rigassificazione.

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Come avviene il processo di rigassificazione?

Una volta che il GNL raggiunge il punto di scarico tramite trasporto navale, viene fatto fluire all'interno dei depositi di stoccaggio dell'impianto di rigassificazione in grado di mantenere il GNL a una temperatura di circa -160°C così da conservare inalterato il suo stato liquido.

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Quale gas inquina di più?

Il metano è, dopo la co2, il principale responsabile del riscaldamento globale. Nonostante sia relativamente facile ridurne le emissioni, il miglioramento è lento e di entità ridotta. Il metano ha un tempo di permanenza nell'atmosfera molto inferiore a quello della co2, ma il suo effetto è 84 volte più forte.

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Cosa sono le navi Rigassificatrici?

I rigassificatori galleggianti (abbreviati come FSRU – Floating Storage and Regasification Units) sono speciali navi chiamate “navi rigassificatrici” che permettono di convertire il GNL (Gas Naturale Liquefatto) in gas naturale allo stato gassoso.

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Come funziona una nave rigassificatrice?

Appositi bracci di discarica o tubi flessibili criogenici prelevano il GNL dalla nave e lo inviano alla FRSU. Qui, il GNL viene temporaneamente stoccato prima della rigassificazione. Una volta avvenuta la rigassificazione, il gas viene inviato nell'impianto di terra tramite una tubatura ad alta pressione.

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