Cosa vuol dire Babi in piemontese?

Il termine “babi” significa rospo in piemontese e quindi abbinare questa parola a un pollo è stata una grande meraviglia!

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Cos'è il Babi?

L'originale maiale nero Swayback, o Babi Bali Asli, era il maiale tradizionale preparato arrosto a Bali, Indonesia, durante le cerimonie. È tradizionalmente preparato sulla brace con una tecnica molto lenta e delle spezie locali speciali.

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Che spavento in piemontese?

Sgiai indica orrore, spavento, raccapriccio nella vista di qualcosa. In pratica, uno “schifo” soprattutto mentale e visivo, come di fronte a un film che non ci piace, a un cibo non gradito, a un comportamento altrui.

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Cosa vuol dire Picio in piemontese?

In lingua piemontese ha il significato letterale di "pene". Se la parola viene usata in lingua piemontese la pronuncia corretta è piciu. Al contrario, se la si usa in lingua italiana il termine si legge con la "o" finale.

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Come si dice Fatti furbo in piemontese?

E poi le IMPERDIBILI ESCLAMAZIONI IN PIEMONTESE!

Gavte la nata! – fatti furbo!

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Piemontese per Italiani - Vocali

Come si chiamano i soldi in piemontese?

Si tratta di un caso di estensione dal significato specifico a quello generico, come è avvenuto per altri nomi di monete: baiocchi, bezzi e svanziche. Altra cosa è grana nel significato di «seccatura», che viene dal plurale del lat. granum, «grano».

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Cosa vuol dire Boia Faus in piemontese?

Si pronuncia così come si scrive 'Boja Fauss' e significa letteralmente 'Boia Falso'. 'Boja Fauss' non è una bestemmia: l'offesa contro il boia rappresenta un'espressione molto diffusa tra i torinesi ed i piemontesi, sia come imprecazione di rabbia, che, semplicemente e più comunemente, di stupore.

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Cosa vuol dire Dio Faus in piemontese?

Nota: Diofà è espressione tipicamente piemontese, apocope di Dio [pr. 'Diu] fàuss (Dio falso).

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Cosa vuol dire Puciu in piemontese?

Quando un bambino "fa il puciu" con le labbra, sta per scoppiare a piangere. C'è un nesso anche tra nespole e capelli, quando vengono raccolti in una crocchia dietro la nuca, acconciatura delle ragazze di ogni tempo, secondo l'occasione elegante chignon o semplice "puciu".

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Cosa significa Bigioia?

Il piemontese bigioia, accanto al significato di immagine di santo, santino, figura, raffigurazione, contempla l'accezione vereconda di vulva. Si tratta di aggraziato francesismo, fr. bijou.

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Cosa vuol dire Crin in piemontese?

Crin: Maiale, porco; Persona dai modi di fare poco raffinati

Ma anche per chi non lo sapesse, ormai è chiaro, il crin è il maiale inteso sia come animale, sia come persona sporca, indecente, volgare.

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Cosa significa Bigioia?

Il piemontese bigioia, accanto al significato di immagine di santo, santino, figura, raffigurazione, contempla l'accezione vereconda di vulva. Si tratta di aggraziato francesismo, fr. bijou.

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Cosa significa Cupia?

cubìa s. f. [etimo incerto]. – Sulle navi, foro situato presso la prua, sul fasciame esterno laterale dello scafo, cui fa capo un grosso tubo, che porta fino al ponte di coperta e per il quale passa la catena dell'ancora, e l'ancora stessa, quando questa è senza ceppo: la c.

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Che peccato in piemontese?

«Darmàge» per esclamare «che peccato!». «Grigné» che vuol dire sorridere o forse ancor di più ridere di gusto e «Farinel» per definire un birichino, un astuto, un furbetto. E ancora «bogianen», che si dice - e puntualmente si smentisce - un po' di tutti i piemontesi.

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Cosa significa Ciabot in piemontese?

La voce "ciabòt", nei vocabolario Piemontese - Italiano di Michele Ponza da Cavour, viene tradotta come "Casina, casoccia, casotto, casupola, casuccia, casa da contadino". Tale definizione esprime il carattere popolare, semplice e modesto di queste costruzioni, tipiche del panorama dell'Alta Langa.

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Come si saluta in piemontese?

CEREA: tipica forma di saluto generico, originariamente reverenziale. Salutare costa niente, nel dubbio saluta! Ecco alcuni esempi di lessico dell'educazione. Non esiste piemontese che non abbia pronunciato (o sentito pronunciare) almeno una volta il saluto regionale per eccellenza: cerea, neh!

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Cosa vuol dire Ciospa in piemontese?

Parliamo quindi di ciòspa. Il significato scritto su gran parte dei vocabolari è quello di pettegola, comare, donnaccia, magari di una certa età e, infine, nella sua peggiore ipotesi, anche prostituta.

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Cosa significa Ciuenda in piemontese?

Scopriamo con Paolo Tibaldi il significato della parola piemontese “Cioanda” Cioanda: Siepe, recinto di siepi. Barriera con canne di scarto, che separa le proprietà private.

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Cosa vuol dire Dio Faus in piemontese?

Nota: Diofà è espressione tipicamente piemontese, apocope di Dio [pr. 'Diu] fàuss (Dio falso).

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Come si dice strega in piemontese?

Masca (pronuncia [mɑsca]) è il termine che indica la strega del folclore piemontese. Il termine piemontese, di etimologia incerta, è diffuso nel Roero, nelle Langhe, in Astesana, nella provincia di Biella e nel Canavese, nelle Valli Cuneesi, nelle Valli di Lanzo e anche nell'Alessandrino.

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Cosa vuol dire boja fauss?

Si pronuncia così come si scrive 'Boja Fauss' e significa letteralmente 'Boia Falso'. 'Boja Fauss' non è una bestemmia: l'offesa contro il boia rappresenta un'espressione molto diffusa tra i torinesi ed i piemontesi, sia come imprecazione di rabbia, che, semplicemente e più comunemente, di stupore.

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Cosa vuol dire Bigola?

Il nome bigoli letteralmente sta a significare vermicelli di pasta, ma allude anche in modo piuttosto esplicito all'organo sessuale maschile (in lingua veneta bigolo).

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Cosa vuol dire Zuia?

Nome che letteralmente significa “felicità”. Zuia. Si riferisce all'Eremo di Nuestra Señora de Monreal de Zuia (Álava). Zumaia.

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Come stai in piemontese?

Com'è? Arriviamo ora a un'espressione che, pur essendo piuttosto informale, è utilizzata dai torinesi diverse volte al giorno. “Com'è?” viene infatti usato in sostituzione di un più freddo “come stai?” ed è una “domanda lampo” che esige una “risposta lampo”.

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Perché si dice boia?

Etimologia del termine

Successivamente con il termine greco boietai si indicavano le strisce in cuoio di bue con cui erano fatti i lacci e la frusta impiegati dai carnefici durante le sevizie.

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