Come si chiama il bordello di Pompei?

Nel lupanare le prostitute, per lo più schiave greche e orientali, esercitavano la loro professione pagate tra i due e gli otto assi (una coppa di vino ne costava uno).

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Che significa Lupanara?

lupanar -aris, der. di lupa nel senso di «meretrice», con formazione analoga a bacchanal «baccanale»], letter. – 1. Postribolo, casa di tolleranza.

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Come si chiamavano i bordelli ai tempi dei romani?

I lupanari (dal latino lupa = prostituta) erano, nel corso di tutta l'epoca romana, i luoghi deputati al piacere sessuale mercenario, ovvero delle vere e proprie case di tolleranza. Alcuni sono tuttora visibili nelle rovine dell'antica Pompei.

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Come si chiama la proprietaria di un bordello?

tenitore, [se donna, in riferimento a bordelli] maîtresse. ⇑ gestore, proprietario.

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Che lingua si parlava a Pompei?

Non si è tenuta in considerazione sufficiente, mi sembra, la diversità delle lingue; a Pompei si parlava l'osco, che vantava una antica e consolidata tradizione letteraria proprio nel campo teatrale; forse non è una mera coincidenza che Cicerone, nel 55 a.C., consolando per lettera l'amico M.

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Pompei: Il Lupanare

Quanta gente è morta a Pompei?

Delle circa millecentocinquanta vittime accertate, trecentonovantaquattro sono state ritrovate negli strati di lapilli inferiori, morte quasi tutte all'interno di edifici crollati sotto il peso dei materiali vulcanici che si sono depositati sui tetti, mentre altri seicentocinquanta sono stati ritrovati nella parte ...

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Come si chiamano i bordelli tedeschi?

Il Pascha è una casa d'appuntamenti che si trova a Colonia, in Germania.

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Come si chiamano le donne che si fanno pagare?

mercenaria, (lett.) meretrice, (offensivo) mignotta, (offensivo) mondana, (offensivo) passeggiatrice, (offensivo, disus.) peripatetica, prostituta, (offensivo, lett.)

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Come funzionavano i bordelli?

Ogni donna poteva ricevere non più della metà delle "marchette" incassate ma doveva con quello pagare un affitto per il vitto e alloggio e acquistare tutti gli articoli igienico-sanitari di cui aveva necessità. Per riuscire a metter da parte qualche soldo dovevano generalmente superare le 40 prestazioni giornaliere.

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Cosa facevano le donne romane?

Il ruolo della donna imperiale

Le donne cominciarono così a leggere e scrivere, studiare, a prendere parte a potenti intrighi, a banchettare, divorziare, assistere agli spettacoli, fare sport e le più intrepide iniziarono a servirsi degli uomini come strumenti di puro piacere!

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Come erano le donne romane?

La donna romana in epoca imperiale viveva molto nel sociale, scambiava visite, a volte da sola, a volte con il marito o con un'amica. Spesso era lei a trovare le amicizie adatte per la scalata sociale del consorte. Per spostarsi più lontano la donna romana usava la carrozza.

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Cosa erano le tabernae romane?

Nell'antica Roma la taberna (in latino taberna, al plurale tabernae) era un ambiente aperto su uno spazio più ampio, dotato di un'ampia porta, in genere dedicato ad attività commerciali.

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Come si chiamavano i bordelli?

I bordelli, allora, venivano anche chiamati “case di tolleranza” poiché grazie al decreto di Benso venivano, appunto, tollerate dallo Stato. Ma perché si chiamavano così, le “case chiuse”?

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Cosa vuole una donna di 50 anni?

Ciò premesso, in condizioni ottimali, i principali desideri di una donna cinquantenne normalmente sono: avere più tempo per sé; poter realizzare almeno qualche sogno nel cassetto, prima che diventi rimpianto; sentirsi ancora in forma, bella e desiderabile; divertirsi di più; e magari vivere ancora un grande amore, o ...

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Cosa vuol dire fare il gigolò?

Viene associato all'attività, svolta da uomini, prevalentemente di accompagnatore di donne mature in cambio di somme di denaro.

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Quante donne vanno con i gigolò?

Se calcoliamo, ad esempio, così a spanne, che in Italia ci sono circa 30milioni di donne, e mettiamo che solo una su 1000 paga veramente un gigolo, ecco che abbiamo all'incirca 30mila donne che abitualmente si intrattengono e pagano un gigolò.

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Come si chiamano i bordelli in Olanda?

De Wallen è una rete di vicoli che contengono poco meno di trecento stanze, affittate da prostitute donne (e in minor parte donne transgender), che offrono i loro servizi dietro ad una parete o una porta di vetro, illuminata dalle tipiche luci rosse.

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Come si chiamano i bordelli a Berlino?

FKK a Berlino

Questi locali sono dei veri e propri club dove poter avere rapporti sessuali ma non solo: vi è la possibilità di passare del tempo per dedicarsi al relax e alla cura del corpo.

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Come sono visti gli italiani dai tedeschi?

Gli Italiani in Germania sono stati da sempre considerati come parte integrante della società tedesca senza particolari problemi, a differenza ad esempio degli immigrati turchi ed arabi. È quindi stato motivo di sorpresa quando nel 2008 le statistiche ufficiali hanno rivelato un'immagine diversa.

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Cosa c'è dentro i calchi di Pompei?

E' in questa cenere indurita che spesso gli archeologi rinvengono dei vuoti, causati dalla decomposizione di sostanze organiche: può trattarsi di elementi in legno come mobili, infissi, oggetti ma anche di corpi degli individui. Nel vuoto viene quindi versata una miscela di gesso ed acqua fino a riempirlo totalmente.

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Dove sono i resti umani di Pompei?

Presso l'Anfiteatro degli scavi di Pompei, invece, sembra di rivivere gli ultimi istanti di vita della popolazione, grazie agli oltre 20 calchi in gesso, appartenenti agli 86 realizzati dopo il ritrovamento dei corpi.

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Che differenza c'è tra Ercolano e Pompei?

Pompei era una grande e prospera città commerciale, Ercolano invece era una piccola località di villeggiatura. A Ercolano mancano tutte le grandi strutture che aveva Pompei, come il foro, l'anfiteatro, i teatri e la palestra.

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Cosa significa il nome Pompei?

Secondo una di queste, il nome potrebbe derivare dal greco 'pempo' (spedire), per il fatto che Pompei, come riporta anche Strabone nella sua Geografia, rappresentava uno snodo importante fra l'entroterra e la costa, per la sua prossimità al fiume Sarno dove arrivavano e da cui partivano le merci.

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Chi comandava a Pompei?

Quando, nel 79 d.C., il Vesuvio esplose sommergendo Pompei e Ercolano, Plinio era capo di stato maggiore della Marina romana e comandava la flotta ormeggiata a Capo Miseno. Con lui era il nipote Plinio il Giovane che ci ha raccontato la sua fine.

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