Che tipo di pianta ha il Partenone?
Il Partenone è un edificio dorico octastilo e periptero con caratteristiche strutturali ioniche.
Com'è la pianta del Partenone?
Il Partenone è realizzato completamente in marmo pentelico e poggia su un basamento di tre gradini. Aveva otto colonne doriche nella area frontale e 17 colonne sui lati lunghi, alte 10.43 metri, con un diametro di base di 1.905 metri. Complessivamente, la struttura del Partenone e misurava 69,54 x 30,87 metri.
Come era decorato il Partenone?
Decorazioni del Partenone: metope, fregio e frontoni
L'edificio era infatti decorato da 92 metope, da un fregio lungo 160 metri che girava attorno alla cella, da due frontoni contenenti figure colossali e dalla statua di Athena Parthènos.
Quali sono le caratteristiche del Partenone?
Il Partenone, costruito in marmo pentelico, è un tempio greco periptero octastilo di ordine dorico. Il tempio segue il canone del rettangolo aureo ed è decorato con sculture in altorilievo, a cura di Fidia (490-430 a.C.), che raffigurano storie mitologiche, nel fregio esterno, e temi civici, nel fregio interno.
Cos'è la peristasi del Partenone?
Il Partenone ha la struttura di un tempio periptero octastilo. Presenta un crepidòma, ossia un basamento, di tre gradoni e una peristasi, ossia un colonnato continuo, di 46 colonne piuttosto compatta.
Il Partenone in 8 minuti, spiegazione audio, testo e immagini
Cosa c'è nella cella del Partenone?
Infatti, all'interno della cella centrale del Partenone era custodita una maestosa statua crisoelefantina proprio di Atena Parthenos.
Come si chiama la copertura del Partenone?
I lacunari, o "cassettoni" dell'architettura greca ci sono particolarmente noti attraverso gli edifici classici di Atene: Partenone, Propilei, tempietto di Atena Nike, Eretteo, Hephaisteion, tempio di Ares.
Chi ha distrutto il Partenone?
I Veneziani conquistano Atene e distruggono in parte il Partenone. Nel XVII secolo, precisamente il 26 Settembre 1687 un colpo di bombarda distrusse gran parte del Partenone, trasformato nell'occasione in una vera e propria polveriera dagli ottomani.
Perché il Partenone si chiama così?
Il nome Partenone deriva dall'Atena Parthenos. Il tempio fu chiamato così nel V secolo e il nome rappresentava la camera all'interno del Partenone. Il tempio ospitava la statua di culto di Atena Parthenos. Era noto anche come "grande tempio", in riferimento alla lunghezza della cella interna: 100 piedi antichi.
A quale divinità è dedicato il Partenone?
Il Partenone è dedicato alla dea Atena Parthenos (Atena Vergine). Ha una peristasi di 30,88 x 69,50 metri, ed è di ordine dorico periptero octastilo.
Quali colori furono usati per decorare il Partenone?
L'intera struttura è in marmo, curata alla perfezione, e viene fatto gran uso della policromia; i colori che troviamo principalmente sono il rosso, l'azzurro e l'oro. L'architettura è stata integrata da decorazioni pittoriche e scultoree, attribuite perlopiù a Fidia.
Quali sono i punti di forza del Partenone?
La straordinaria impressione di armonia e di forza che scaturisce da questo edificio nasce dalla ferma plasticità delle masse, in cui le varie dimensioni di altezza, larghezza e lunghezza trovano perfetti ed equilibrati rapporti.
Dove si trovano le decorazioni del Partenone?
I Frontoni del Partenone sono due complessi scultorei che decoravano il tempio di Atena Partenos nell'Acropoli di Atene.
Qual è il più importante tempio greco?
Il tempio di Zeus Olimpio (in greco Ναός του Ολυμπίου Διός), noto anche come Olympieion (in greco antico: Ὀλυμπιεῖον), è un tempio situato ad Atene, in Grecia.
Perché Pericle fece costruire il Partenone?
L'edificio doveva servire principalmente a tre scopi: custodire il tesoro della lega; ricordare la vittoria greca nelle guerre Persiane; e accogliere la gigantesca statua crisoelefantina (in oro e avorio) della dea Atena commissionata a Fidia, artista amico di Pericle.
Cosa accadde al Partenone nel 1687?
Nel 1687 il Partenone subì grandi danni dalla più grande catastrofe della sua lunga storia. La Repubblica di Venezia inviò una spedizione guidata dal futuro doge Francesco Morosini per attaccare Atene e catturare l'acropoli.
Che fine hanno fatto i marmi del Partenone?
I marmi vennero collocati al British Museum, dove nel 1832 furono disposti nella Sala Elgin, in cui rimasero fino al 1939, anno di completamento della galleria Duveen. La massa di turisti che visitò i marmi fece segnare al museo un record di visite.
Come si chiama il frontone del tempio greco?
Tale cornice è detta geison. Con il termine di frontone o timpano nell'architettura moderna si continua a indicare generalmente la sommità di una facciata coperta da tetto a doppio spiovente o il coronamento di una porta, finestra, nicchia o edicola.
Cosa c'era prima del Partenone?
Tra il 529 e il 520 a.C. i Pisistratidi costruirono un nuovo tempio, l'antico tempio di Atena Poliàs, di solito chiamato Arkhaios Neōs (in greco antico: ἀρχαῖος νεώς, "antico tempio"), tra l'Eretteo e l'attuale Partenone.
Quanto è grande il Partenone?
Lungo circa 70 metri e largo 30 metri, il Partenone è circondato da colonne per tutto il suo perimitro, 8 nella facciata principale e 17 in quelle laterali. Sul fregio era raffigurata la processione delle Panatenee, il festival religioso più importante che si realizzava ad Atene.
Quanti triglifi ha il Partenone?
Il fregio esterno
L'esterno del Partenone presenta una trabeazione composta da un architrave (parte liscia) e da un fregio dorico (decorato e policromo) di 160 m. É caratterizzato 92 metope separate da triglifi, raffiguranti scene della mitologia.
Come si distrusse il Partenone?
Ma il momento buio per questo gioiello dell'architettura classica arrivò nel 1687: la Repubblica di Venezia attaccò Atene e una cannonata distrusse l'edificio, diventato nel frattempo magazzino di polvere da sparo. La distruzione fu notevole e le opere ridotte in pezzi diventarono souvenir dei visitatori europei.
Qual è il simbolo di Atena?
La civetta di Atena (o anche di Minerva) è la civetta (o, con termine desueto, la "nottola") che accompagna da Omero in poi, le rappresentazioni di Atena glaucopide nei miti dell'antica Grecia e di Minerva nei miti dell'antica Roma. È il simbolo della filosofia e della saggezza.