Che cosa disse Cesare?

tu quoque, Brute, fili mi? (lat. «anche tu, Bruto, figlio mio?»). – Parole che, secondo la tradizione, Cesare prima di morire avrebbe rivolto a Marco Bruto riconoscendolo tra i suoi uccisori.

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Cosa ha detto Giulio Cesare?

"Tu quoque, Brute, fili mi" è la frase di Giulio Cesare per eccellenza e, probabilmente, anche l'unica che non ha mai pronunciato. Stando a quanto raccontato da Svetonio, infatti, il celeberrimo giorno delle idi di marzo del 44 a.c. l'imperatore accoltellato si limitò ad emettere un assai meno cinematografico gemito.

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Cosa disse Cesare in punto di morte?

(Persino tu, Bruto, figlio mio) è un'espressione latina attribuita a Giulio Cesare. Si narra che queste siano state le ultime parole da lui pronunciate in punto di morte (Idi di marzo del 44 a.C.), mentre veniva trafitto dai congiurati, riconoscendo fra i suoi assassini il volto di Marco Giunio Bruto.

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Perché Cesare pronunciò la frase Alea iacta est?

Di fronte al rifiuto del senato e all'ennesimo ultimatum, Cesare nel 49 a.C. decide di varcare in armi il fiume Rubicone 1: in questa occasione Cesare avrebbe pronunciato la celebre frase “Alea iacta est” (cioè: “Il dado è tratto”) per indicare che la decisione ormai era stata presa e non restava che attenderne le ...

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Dove disse Cesare il dado è tratto?

Colonna che segna il punto in cui secondo la tradizione Giulio Cesare arringò l'esercito a Rimini, dove giunse dopo aver attraversato il Rubicone. «Tunc Caesar […] "Iacta alea est", inquit.» «Allhora Cesare disse […] tratto è il dado.»

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La poesia di GIAN BURRASCA - COME DISSE CESARE...

Cosa dice Cesare quando attraversa il Rubicone?

Il 9 gennaio ha ordinato a 5 coorti di marciare fino alla riva del fiume ed il 10 gennaio ha attraversato il Rubicone, pronunciando la storica frase "Alea iacta est" (Il dado è tratto).

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Cosa dice Cesare prima di attraversare il Rubicone?

Dopo una breve attesa, visto che l'autorizzazione prescritta non arrivava, Cesare decise di attraversare comunque il fiume, pronunciando secondo Plutarco e Svetonio la celebre frase “Alea iacta est”, cioè “il dado è tratto”.

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Cosa vuol dire il dado è tratto?

Letteralmente significa “il dado è tratto” ed è stata attribuita da Svetonio a Giulio Cesare. L'espressione alea iacta est si usa per indicare una decisione che non ammette ripensamenti.

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Perché si dice il dado è tratto?

Cesare sapeva di giocare d'azzardo quando, ignorando l'altolà del senato, varcava il fiumiciattolo più famoso della storia, che segnava il confine tra l'Italia e la Gallia Cisalpina. Affrontava il rischio. Alea iacta est significa che il gioco è iniziato, e non si può fermare.

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Chi ha ucciso Giulio Cesare?

Tra i cesaricidi si annoverano Casca (il primo a colpirlo al collo), Decimo Giunio Bruto (legato di Cesare in Gallia, ufficiale della flotta nella guerra contro i Veneti), Marco Giunio Bruto (figlio di Servilia Cepione, amante di Cesare) e Gaio Cassio Longino (che era riuscito a sopravvivere alla disfatta di Carre ed ...

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Chi ha detto la frase Date a Cesare quel che è di Cesare?

«Date a Cesare quel che è di Cesare e a Dio quel che è di Dio» (greco: Ἀπόδοτε οὖν τὰ Καίσαρος Καίσαρι καὶ τὰ τοῦ Θεοῦ τῷ Θεῷ; latino: Réddite quae sunt Caésaris Caésari et quae sunt Dei Deo) è una celebre frase attribuita a Gesù nei vangeli sinottici, in particolare nel Vangelo secondo Matteo 22,21, nel Vangelo ...

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Quando Cesare ha detto Veni Vidi Vici?

Veni, vidi, vici (lett. Venni, vidi, vinsi) è la frase con la quale, secondo la tradizione, Gaio Giulio Cesare annunciò la straordinaria vittoria riportata il 2 agosto del 47 a.C. contro l'esercito di Farnace II del Ponto a Zela, nel Ponto.

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Cosa vuol dire dare a Cesare quel che è di Cesare?

L'origine del proverbio è attribuita a Gesù come recita il Vangelo secondo Matteo 22:21: “reddite ergo, quae sunt Caesaris, Caesaris et, quae sunt Dei, Deo”. Questa frase venne usata per distaccarsi dall'idea che gli ebrei, credendo in Dio, non dovessero pagare le tasse imposte dall'Impero Romano.

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Cosa vuol dire passare il Rubicone?

Prendere una decisione risolutiva. La guerra civile che portò Giulio Cesare a conquistare il potere a Roma iniziò quando egli, rientrando da Roma dopo la vittoriosa campagna di Gallia, varcò armato col suo esercito la riva del fiume Rubicone, trasgredendo così il divieto impostogli dal Senato.

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Chi ha inventato il dado?

La scoperta del dado da brodo risale ai primi anni dell'Ottocento, quando il farmacista francese Antoine-Auguste Parmentier (1737-1813), su richiesta dell'esercito francese, propose patate ed estratti di carne per sfamare i soldati impegnati contro la reintroduzione della monarchia in alcuni stati europei.

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Quanti punti tiene un dado?

Ogni re/6 sono 50 punti, ma tre sei sono 300 punti. Inoltre, se tutti e tre i dadi sono uguali, si guadagnano 100 punti. Come nel Farkle, un giocatore può continuare ad accumulare punteggio finché non decide di smettere e conteggiare quanto guadagnato, o finché non fa niente nei dadi gettati.

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Quali sono i numeri del dado?

Cubetto di osso, plastica ecc., con incisi sulle sei facce, progressivamente, i numeri da 1 a 6 (rappresentati, nei d. moderni, da puntini neri o colorati), in modo che le cifre delle facce opposte, sommate, diano sempre 7 (1+6, 2+5, 3+4).

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Quanti lati ha un dado?

Il tipo più comune di dado è un piccolo cubo con il lato lungo da 1 a 2 cm e le cui facce sono numerate da uno a sei (usando generalmente dei puntini).

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Dove si usa il dado?

È ingrediente di numerose preparazioni ed è particolarmente indicato per quelle base di carne come il manzo al curry, il fegato al vino e le palline di cappone in brodo.

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Perché non si poteva passare il Rubicone?

In epoca romana il Rubicone segnò per un periodo (epoca tardo-repubblicana, tra il 59 a.C. e il 42 a.C.) il confine tra l'Italia, considerata parte integrante del territorio di Roma, e la provincia della Gallia Cisalpina ed era quindi vietato ai generali di passarlo in armi.

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Cosa chiede Cesare al Senato?

Giulio Cesare attraversa il Rubicone

Mentre è impegnato alla conquista della Gallia, Giulio Cesare chiede al Senato una proroga nel comando, ma il Senato glielo rifiuta. Teme infatti il forte consenso che Giulio Cesare ha tra i suoi uomini e soprattutto teme che egli ambisca a diventare imperatore.

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Chi ha coniato la frase Alea iacta est?

Secondo Svetonio l'avrebbe pronunciato Cesare al passaggio del Rubicone (Svet., Caes. 32; ma in alcune edizioni si legge nella forma imperativa iacta alea esto «si getti il dado»).

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Qual è il vero Rubicone?

Ed è lo stesso fondatore Rino Zoffoli a spiegare che "il vero Rubicone storico è quello che nasce nel territorio di Sogliano per poi scendere nei territori di Calisese, Sorrivoli, Montiano. Nel dialetto ma anche in diverse carte geografiche veniva definito Urgone.

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Cosa scrive Cesare?

Tra le opere di Giulio Cesare di cui si ha notizia, possiamo leggerne per intero solo due, il De bello Gallico (La guerra in Gallia) e il De bello civili (La guerra civile).

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Chi succede a Cesare?

In maniera del tutto inaspettata, all'apertura del testamento di Cesare si scoprì che non era Marc Antonio il suo prescelto, ma che egli lasciava ricchezze e successione politica al giovanissimo nipote Ottaviano, di appena 18 anni, che aveva in segreto adottato dandogli anche il suo nome (Caio Giulio Cesare Ottaviano).

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